Comunicati | 19 Aprile 2020 | Fabio Ciarla

No alla distillazione per abbattere le giacenze di cantina! Pensiamo ad un Aceto che parli di Territorio

RISPETTO DELLA TERRA, ETICA, GENIALITA’ e, magari, QUALCHE FIGLIO IN PIU’…

Nel primordiale disegno dell’Universo, ogni cosa occupava uno spazio e un tempo perfetto; tutto era armoniosamente interconnesso, in un sistema geniale o misterioso oppure ancora “divino”. Lo sapevano bene Madre Terra e Fratello Sole, mentre gli uomini, fluttuando tra scienza e materia, evolvevano la specie, assecondando il mondo e non alterandolo. Di millenni ne sono trascorsi e, nella forsennata rincorsa al comando e al potere, l’uomo, forse, è andato oltre, rompendo quel sistema perfetto. “Chi semina raccoglie” afferma il primo progenie del Timorasso di nuova generazione Walter Massa, dall’alto dei suoi Colli Tortonesi, e lo fa ricorrendo ad una metafora, che l’uomo della terra, ben sa interpretare.

Dopo tanto progresso e, parimenti, sfruttamento e abuso del pianeta, oggi ci troviamo completamente sbilanciati. Questa pandemia, sarà una lezione di vita?” si interroga Massa. Mentre tutto il mondo cerca di correre ai ripari e i tempi con le soluzioni sfuggono al controllo dell’uomo, la natura, ignara, perpetua il suo ciclo vitale, con germogli di vite che si aprono alla stagione nascente. Come agirà l’uomo? Ne asseconderà ciclo vitale o  lo snaturerà“Sui Colli Tortonesisaranno pioggia, siccità, sole e tempesta a stabilirne le sorti; noi vigneron aiuteremo i vitigni con un po’ di zolfo, rame e solfiti al tempo giusto. Un no secco, invece, ad antimuffa, biotecnologie e distillazione”.   

NO ALLA DISTILLAZIONE
La distillazione è cosa da matti. Grandi piemontesi del vino hanno consumato i marciapiedi di tutte le metropoli internazionali per far riconoscere il marchio Piemonte, espressione coltura culturale, storica, etica e sociale ed, ora, per una marchetta che gioverà ai soli miserabili, vogliamo mettere tutto in discussione? Con che faccia andremo poi in giro per il mondo? Nessuno, singolarmente, ha il diritto di decidere per tutti, compromettendo l’immagine sana e antica del mondo enologico. Semmai, ragioniamo sugli errori. Quando va bene, in Piemonte produciamo 3 milioni e mezzo di ettolitri di vino (quasi tutto Doc) ma, per magia, dalla regione ne escono circa 12milioni. Perché distruggere il prodotto originale e alimentare il commercio di vino sfuso a 50 centesimi al litro? Il vignaiolo lasciamolo fare a chi ama la vite: non è un gioco. E’ passione, è mestiere. Troppe coccole rovinano i bambini, come troppo assistenzialismo rovina la Nazione e offende gli uomini onesti”.

VENDEMMIA VERDE? DIPENDE
“Si, se nel normale protocollo aziendale di equilibrio della produzione ai fini qualitativi, non certo per giustificare beneficenza al mondo agricolo in cambio di grappoli lasciati appesi o buttati. Per i diradamenti delle uve nere, c’è tempo; per il Timorasso, invece, abbiamo iniziato a metà aprile. L’uomo della vigna e il vino non hanno fretta: sanno attendere il momento giusto. Nella buona e nella cattiva sorte, il vino ci accompagna da millenni: se siamo felici, ci allieta; se tristi, ci consola”. Sopravviveranno i vini che…? “Esprimono identità, dettagli, annata, territorio e coerenza”. Sopravviveranno i produttori che…? “Rispettano l’etica e conoscono il web”.

L’ACETO CHE PARLA DI TERRITORIO
Gli uomini della “terra” sono abituati agli imprevisti della natura e, anche in tempi di pandemia, sanno fare di necessità virtù. E’ il caso dell’Aceto che parla di Territorio ideato da Massa. “Negli ultimi decenni, sull’Olimpo delle eccellenze italiane è salito anche l’Olio Extra Vergine di Oliva. Con i giusti packaging e marketing, la bontà di bandiera si è conquistata visibilità in tutto il mondo e nelle carte dei ristoranti più rinomati. Com’è possibile che non si possa fare altrettanto con l’aceto? Un aceto fatto con l’uva dei produttori italiani che, sullo scaffale, costi esattamente come, per esempio, una mia bottiglia di Derthona o Monleale doc. Non sopporto i politici del vino che, come i bambini, alla prima difficoltà si aggrappano alla gonnella materna (contributo pubblico). E’ ora di riconquistare il sano, etico e fiero mondo contadino. Con l’uva, possiamo produrre vino vero e aceto certificato, per contribuire al Pil etico”.

C’E’ BISOGNO DI…
Accesso al credito e alle agevolazioni fiscali a tutte le aziende per i primi sei mesi. Sostegno alla progettualità condivisa. Sburocratizzazione e semplificazione”. Serve fare squadra? “Occorre evitare il delirio di onnipotenza. Ognuno, quando rispetta la deontologia produttiva e l’etica del prezzo, senza spezzare la tradizione varietale e autoctona, ha già fatto squadra”.    

LA TERRA ALESSANDRINA
“Abbiamo tutto: abbiamo assortimento di bianchi, di rossi, di dolci e di aromatici. Mancano le bolle? E chissenefrega. I nostri nonni hanno seguito le leggi della natura e hanno avuto ragione evitando di investirci contro. Tuttavia, mi piacerebbe una Camera di Commercio che pensasse al commercio nel mondo. Promuoviamo il territorio pianificando eventi con l’oro di Valenza, le gioie gastronomiche e gli inebrianti vini alessandrini”.

LANATI E MASSA: IL DIAVOLO E L’ACQUA SANTA o… VICEVERSA
Entrambi siamo diavoli ed acqua santa. Con  strade diverse, da più di 40 anni puntiamo allo stesso traguardo. Donato è uno scienziato nell’accezione più alta del suo significato. Ha donato l’intera vita al vino. Ha saputo unire capacità, imprenditorialità e determinazione per creare un Centro e una squadra di Ricerca unico in tutto il nostro Paese e apprezzato nel mondo. Ci siam conosciuti il 1° di ottobre del 1973 al ristorante Enotria ad Alba: lui frequentava il VI ed io il IV del corso di enologia. Subito parlammo di motociclette, poi di fidanzate ed, ora, di vino”.

IL RAMMARICO PIU’ GRANDE 
“Un’Italia con pochi figli ai quali consegnare la bellezza e la democrazia della nostra terra, i nostri dialetti e le nostre tradizioni”.

COS’E’ IL VINO
Parafrasando una canzone di Vasco Rossi: il vino è vita e la vita è un brivido che vola via. La vita, come il vino, è tutto un equilibrio sopra la follia”.  Non ha dubbi il patron del Timorasso: nel tempo della pandemia, occorre recupere il sano, etico e virtuoso sangue contadino e, magari, fare qualche figlio in più….

 

Fonte: Ufficio stampa C.C.

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