Comunicati | 15 Marzo 2021 | Fabio Ciarla

Il mondo del vino non si ferma, grazie all’e-commerce

In un panorama mondiale fatto di quarantena, di locali ristorativi costretti a chiudere e aprire continuamente le saracinesche, di fiere vinicole sospese, e dell’impossibilità agli spostamenti, era inevitabile che anche il settore vinicolo risentisse degli effetti negativi della pandemia.

Da una ricerca condotta dalla Redazione di Vinoway è emerso che l’anno 2020 ha visto un incremento del consumo di vino tra le mura domestiche, ma un conseguente calo a livello globale del 13,6% per il vino, e del 15% sugli spumanti (questi ultimi già in calo da qualche anno). Secondo lo studio dell’International Wine & Spirits Research (IWSR), a questa riduzione farà seguito un importante rimbalzo nel 2021 che porterà, però, solo nel 2024 ai livelli abituali degli anni passati.

Le cause non sono tutte dovute al Covid-19
Ad avere influenza in questo scenario è stata non solo la quasi scomparsa a causa del Covid-19 anche dei viaggi di affari, che ha portato a conseguenze negative sul settore della ristorazione, sul retail, e sull’enoturi- smo, ma anche le incognite economiche legate alle incertezze della Brexit, e soprattutto la guerra dei dazi tra USA e Asia, in cui tra l’altro è stata coinvolta anche l’Europa.

Finora l’Italia ne è stata risparmiata, e tutto sommato nel quadro mondiale per l’esportazione di vino tricolore le cose non vanno troppo male: se il tasso di crescita degli anni passati non è che un mero ricordo, almeno il calo registrato non è stato così disastroso. Stando a quanto riscontrato dell’ISTAT, il 2020 ha segnato un contenuto calo del 3,4%, cioè dai € 5,29 miliardi dei primi 10 mesi del 2019, ai € 5,11 miliardi dei primi 10 mesi del 2020.

Una soluzione dal mondo digital
La pandemia ha rivoluzionato le nostre vite, e di conseguenza ci ha introdotti verso un radicale aggiornamento delle modalità di vendita, acquisto e consumo del vino. Con i ristoranti o le enoteche chiuse è venuto meno l’importante intermediario tra produttore e consumatore, spingendo il pubblico all’acquisto autonomo online e alla consumazione in casa. Secondo le previsioni dell’IWSR, questo trend accentuerà il cosiddetto fenomeno della “premiumisation”: il “bere meno, ma di qualità”, quindi stimolando l’acquisto di prodotti nuovi o di fascia più alta, ovvero quelli venduti fino a poco tempo fa nella ristorazione.

La gente che oggi compra vino online lo fa senza avere più il ristoratore come intermediario, viene così a mancare quel rapporto che passa anche attraverso l’assaggio, così le aziende si sono trovate improvvisamente a doversi relazionare con il consumatore finale senza un ambassador di mezzo. In Italia, ad esempio, la sospensione di due edizioni del Vinitaly ha sottratto quel momento esperienziale tanto importante, facendo tra l’altro venir meno anche il carattere promozionale ottenuto con gli innumerevoli assaggi previsti nei giorni della fiera.

Una buona mano di aiuto è arrivata dal settore digital, che infatti ha registrato una straordinaria crescita degli e-commerce, specie durante i mesi caldi del lockdown. Non è un caso se si comincia a guardare alla Cina come ad un modello da seguire, visto che il suo mercato di vino e alcolici passa per il web già per il 30%.

Non volendo rinunciare alla consumazione di vino durante il primo lockdown, gli italiani hanno ridato vigore alle piccole realtà di vicinato, influendo positivamente sulle vendite di supermercati e discount a discapito dei grandi ipermercati potenzialmente più esposti al virus, ma affidandosi anche all’acquisto da remoto: online. Secondo la ricerca di mercato IRI, oltre la metà degli italiani ha comprato vino online per la prima volta nel 2020, ed il 47% tra loro afferma che continuerà a farlo. Nonostante ciò i volumi dell’online si attestano ancora su valori minimi, crescendo dallo 0,6% all’1,1%. Piccoli numeri, ma con un ritmo di crescita così inte- ressante che dovrebbe fare accendere definitivamente i riflettori su questo relativamente nuovo canale. Le vendite in rete hanno registrato una crescita impressionante, che si attesta al 122% nel corso dell’intero 2020, e al 200% solo a marzo e aprile.

 

Fonte: Associazione Vinoway

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