Comunicati | 30 Gennaio 2019 | Fabio Ciarla
Bocuse d’Or L’Italia si classifica 15°
Martino Ruggieri: ora mi riprendo la mia vita
Dopo due anni finisce il mio Bocuse d’Or e si conclude un percorso umano fortissimo. Non avrei mai scelto autonomamente di candidarmi al Bocuse. Prima di arrivare in Francia ne sapevo poco di questo campionato mondiale, che invece per i francesi è spesso ragione di vita.
Ho scelto di accettare la sfida perché me lo ha chiesto il mio chef, Yannick Allèno, e ora, guardando il percorso fatto, capisco che è stata una scelta giusta. Il Bocuse d’Or è una lezione di vita; ti consente di prendere le misure della tua personalità e del tuo carattere, inteso come forza e determinazione, e ti da la possibilità di crescere nel confronto. Prepararsi per il Bocuse vuol dire mettere da parte la propria vita, personale e professionale, per due anni. Si lavora per rendere meccanici dei movimenti che devono tendere alla perfezione e a minimizzare gli errori; si impara a lavorare in team perché ogni gesto, ogni movimento deve essere calibrato in un equilibrio perfetto.
Lione è stata una scarica di adrenalina. Il tempo, quelle 5 ore e 35 minuti, è volato mentre con Curtis e Francois, eravamo concentrati senza neanche riuscire a sentire quello che accadeva intorno.
I piatti
Nei piatti presentati a Lione abbiamo raccontato una storia tutta italiana attraverso il riferimento all’arte, nostro grande punto di vantaggio rispetto a tanti altri Paesi, e con le materie prime che dalla Sicilia al Piemonte hanno unito i puntini di ogni regione. Abbiamo portato attraverso i nostri piatti l’idea di sostenibilità associata alla bellezza e a quello che consideriamo il nucleo di ogni paese, la piazza, quell’agorà in cui tutto si compie.
In Italia, però, c’è ancora tanto da fare per creare il sentimento e l’interesse intorno a questo percorso umano e professionale. È importante capire che il Bocuse d’Or non è il concorso del candidato, ma di un paese intero. Sarebbe bello che il prossimo candidato potesse contare sul supporto dei grandi cuochi italiani come avviene nei paesi nord europei e in Francia.
Durante la preparazione a Parigi mi sono confrontato con i Mof, con i vecchi saggi della cucina francese. L’Italia è un Paese che ha una storia e delle peculiarità che la pongono di diritto nel palmares dei grandi cuochi, ma a volte sembra distratta. Il grande compito dell’Accademia Bocuse d’Or Italia dovrà essere quello di creare una rete di interesse verso un concetto di cucina italiana e non solo verso il candidato che ogni due anni affronta questo concorso e dovrà avere la capacità di smuovere l’entusiasmo del Paese. Intanto, archiviata questa esperienza, il mio ringraziamento va a tutte le istituzioni, agli sponsor che hanno creduto in noi e che ci hanno sostenuto e a tutte le persone che mi sono state accanto in questi due anni che sicuramente faranno parte del mio bagaglio personale di emozioni e crescita professionale.
Piatto – Chartreuse
“Rapsodia italiana nella forma di una farfalla”
A reinterpretazione di un tradizionale risotto di mare a forma di farfalla, con verdure e spinaci.
Fiore vegetale: verdure fresche dai banchi del mercato locale, serviti come un’insalata piemontese.
Puntarelle: marinate nell’acqua dei frutti di mare.
Salsa marinara: una classica e ricca salsa italiana con erbe e profumi del mediterraneo.
Vassoio – Carrè di vitello da latte con 5 coste di prima qualità
“Creazioni di gastronomia all’avant-garde, dense di tradizioni.”
Carne all’italiana: una reinterpretazione light della carne all’italiana, un movimento di colori.
Maccherone con pajata: tradizionale maccherone alla romana con pajata.
Fungo bianco con marsala: funghi champignon, zabaglione leggero profumato con vino Marsala.
Carote speziate: carote meticolosamente ricostruite con spezie e fiori disidratati.
Insalata di piedini di vitello: foglie di insalata verde, ripiene di piedini di vitello e vinaigrette cremosa.
Salsa veneziana: cipolla bianca, fegato e riduzione di carne.
Fonte: Ufficio stampa Monica Caradonna
Lascia un commento