Comunicati | 16 Novembre 2017 | Fabio Ciarla

Alta Quota: sette birre per sette chakra

Il birrificio di Cittareale (RI) propone un gioco che vede le proprie creazioni brassicole “in abbinamento” ai centri energetici della medicina Ayurvedica

Tra le proposte c’è Gretaun’innovativa gluten free senza compromessi

 

La birra è cosa seria.  Ma anche sulle cose serie si può scherzare. Quello che Birra Alta Quotavuole proporre è un gioco, e così ha voluto provare ad offrire una valenza, una lettura diversa a questa bevanda così amata e così familiare.

“L’idea – dichiara Claudio Lorenzini, proprietario del birrificio di Cittareale in provincia di Rieti – è venuta pensando al significato simbolico del numero sette, come sette sono gli anni di attività di Alta Quota e sette le birre scelte tra le tredici totali in linea di produzione.”
Perché, aldilà del gioco, non bisogna dimenticare che stiamo parlando di prodotti qualitativamente elevati, lavorati con cura e, non meno importante, con grande passione.
“Abbiamo abbinato – ci racconta Emanuela Laurenzi, proprietaria e moglie di Claudio – le nostre birre ai sette chakra, i sette centri di energia che, secondo la medicina Ayurvedica, si trovano lungo il nostro corpo…”
Per chi non sapesse esattamente di cosa si stia parlando i Chakra permettono all’energia del corpo sottile, energia che ci consente di vivere nel benessere psicofisico, di fluire liberamente nel nostro corpo; quando uno di questi chakra si blocca, per diverse cause, l’energia non può più scorrere e sostenere l’organismo con conseguente squilibrio, disagio e malessere. Occorre individuare il o i Chakra bloccati a cui si deve attribuire il blackout con conseguente interruzione del circuito di benessere.
“Ogni chakra – prosegue Emanuela – è situato in un punto determinato e governa il giusto equilibrio di organi e di emozioni. Riguardo proprio l’aspetto emozionale sappiamo bene come la birra con la sua freschezza, il suo aroma, il gusto inconfondibile, sia una delle bevande più duttili e più gradite e, al pari di del vino, in grado di sciogliere quei nodi emotivi regalandoci momenti di intensa piacevolezza e allegria”.
Non si sta certo tentando di trasformare la birra in una medicina che possa curare malessere fisico e psichico, anche perché il consumo deve essere obbligatoriamente moderato, è solamente divertissement. Così, considerando le caratteristiche organolettiche di ognuna delle sette birre queste sono state abbinate ad ognuno dei sette chakra. Risultato? Interessante.
Ad esempio la Birra Anastasia, descritta dai produttori come potente e adatta a chi è ben legato alle proprie radici, senza negarsi alte ambizioni, si adatta a pennello alle caratteristiche del primo chakra, il chakra radice, guarda caso, situato alla base della colonna vertebrale, che rappresenta l’esistenza, l’aderenza alla realtà, le radici e le origini.
Ed è davvero intrigante abbinare l’ultima nata del gruppo, l’innovativa gluten free Greta, cheappaga la sete e accompagna la bevuta senza fare troppe domande, al secondo Chakra, quello del piacere e della sensualità libera e gioiosa, situato nella parte bassa dell’addome. Ora immaginiamo idealmente che il flusso di energia sia come un nastro che, partendo dal primo chakra, passi al secondo e stia per arrivare al terzo, proprio sopra l’ombelico. È il chakra della carica vitale, dell’autostima, della forza di carattere e della capacità di rinnovarsi. Qui non possiamo che berci Giovio, equilibrio e autorevolezza. Chi la offre non vuole farsi dimenticare.
Con il quarto chakra, che fa un po’ da divisorio tra aspetti ed emozioni di natura più terrena con quelli spiccatamente spirituali, siamo sul cuore, vero centro di emozioni. Le persone dal cuore grande, inclini all’amore equilibrato verso se stessi e portate con gioia verso il prossimo non potranno che provare la birra che più si adatta loro: Chicano, un incontro d’amore tra forza e caratterizzazione aromatica; per chi ha anche un pizzico di malizia, ma il cuore sincero.
Continuiamo il nostro viaggio dell’energia interiore verso la gola dove si trova il quinto chakra, quello dell’armonia, del suono e della comunicazione, particolarmente attivo nelle persone comunicative e con facilità a socializzare. Ideale è Principessa, birra equilibrata e immediata, per chi ama stare brillantemente tra le persone.
Ci stiamo avvicinando ai due ultimi centri di connotazione nettamente spirituale: il sesto chakra, detto anche il chakra del terzo occhio è situato sulla fronte, sopra il naso e tra gli occhi. È il chakra dell’introspezione, della meditazione, della consapevolezza. Perché non abbinare al sesto Omid una birra forte, un po’ introversa ma dalla grande personalità; ideale per i paladini del “meglio soli che male accompagnati”. Meditiamoci su…
Il nostro filo di energia che è partito dal primo chakra è ormai praticamente alla fine e ha raggiunto la sommità del capo dove si trova il settimo chakra. Questo è il chakra della visione universale, dell’armonia cosmica, della conoscenza e della libertà. Cosa c’è di meglio della biologica L’Alba? Agile e piacevole, per una bevuta disimpegnata senza rinunciare all’impegno ecologico nel rispetto del benessere personale e cosmico.
“Questo percorso è chiaramente un gioco – conclude Lorenzini – il percorso “vero” di sblocco dei Chakra viene praticato attraverso momenti di meditazione ed è ininterrotto, cosa che nel nostro “percorso” sconsigliamo vivamente di mettere in pratica, bevendo sette birre diverse tutte insieme”.
Insomma, ognuno di noi a seconda delle proprie caratteristiche e soprattutto se si trovasse momenti di particolare blocco e conseguente disagio con uno dei chakra, potrebbe tentare perché no anche questa strada… D’altra parte per chi conosce queste pratiche e crede nelle filosofie orientali è familiare l’abitudine di lavorare sul proprio chakra in tilt, attraverso pratiche di bioenergetica come la pranoterapia o la cromoterapia (ricordiamo che ogni chakra un colore) o con fiori di Bach e quant’altro. E quindi se ci troviamo in un momento di bassa autostima e quindi abbiamo un problema con il nostro terzo chakra perché non provare a bere, sempre in compagnia, la birra Giovio?

Tutto questo oltre a essere un gioco vuole rappresentare una provocazione. Ma fino a un certo punto. È sempre più evidente come sia reale il legame tra alimentazione e benessere psicofisico. Il cibo, il vino e quindi anche la birra sono mezzi o comunque espressioni, di quello che siamo o di quello che non siamo. Pensiamo anche ai colori delle verdure e della frutta, spesso terapeutici non solo per le loro proprietà organolettiche, ma anche per la potenzialità di stimolare emozioni. E fattore di importanza fondamentale è la valenza socializzante del bere e mangiare comune. Da sempre, fin dall’antichità, il momento di riunione per la comunità era il pasto, che oltre ad assicurare nutrimento al gruppo era anche occasione di scambio e di mutuo aiuto fra le persone. Ovviamente con questo non vogliamo certo invitare a un uso disinibito ed eccessivo di un prodotto che va usato con misura. L’utilizzo responsabile è infatti il principio da seguire sempre affinché qualcosa di potenzialmente benefico non diventi nocivo. Fate la vostra scelta insomma, se volete con questa soluzione suggerita. L’importante è che ci sia la qualità di Birra Alta Quota e un’ottima compagnia.

 

Fonte: MG Logos

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