Blog | 22 Agosto 2020 | Fabio Ciarla

Codice Vino, la cooperazione abruzzese verso l’alto

Montepulciano, Pecorino e Passerina, sono questi i cavalli di battaglia della prima annata della linea Codice Oro di “Codice Vino”, il nuovo progetto nato dalle migliaia di ettari vitati che fanno capo alla maxi-cooperativa Codice Citra.

La nuova sfida, una vera e propria “Cantina Boutique”, vede confluire il meglio delle nove zone vitivinicole comprese nella base sociale di Citra sotto la guida di due mostri sacri italiani dell’enologia e dell’agronomia, Riccardo Cotarella e Attilio Scienza. Codice Vino punta all’eccellenza, senza mezzi termini, sia in vigna sia in cantina, e conta di riuscirci anche e proprio perché può contare su una scelta di zone e uve praticamente sconfinata. Una idea “illuminata” come ha detto Attilio Scienza, anche perché “quando le cooperative assumono caratteri imprenditoriali non ce n’è per nessuno” potendo scegliere il meglio della produzione su migliaia di ettari.

La presentazione della prima annata di Codice Vino doveva avvenire a inizio 2020, poi il lockdown ha rinviato tutto a giugno, quando – sfruttando comunque l’abilità acquisita nelle videoconferenze durante il periodo di chiusura forzata – l’amministratore delegato Valentino Di Campli, insieme a Cotarella, Scienza e a Nerina Di Nunzio, che cura la comunicazione e l’immagine del progetto, hanno coinvolto una serie di giornalisti di tutta Italia in una presentazione-degustazione in diretta a distanza. Protagonisti dell’appuntamento dello scorso 26 giugno i vini Torrepasso – Montepulciano d’Abruzzo 2017, Tegeo – Pecorino 2018, Coda D’Oro – Passerina 2018 e Solante – Cerasuolo d’Abruzzo 2018. Un appuntamento che, al netto delle note di degustazione, ha aperto una importante finestra sul ruolo delle cooperative nel centro Italia e, allo stesso tempo, sulla qualità espressa dai vitigni e dai vini storici dell’Abruzzo.

Grande impatto olfattivo per i vini bianchi, in particolare il Pecorino con un carico di frutti tropicali che speriamo possa integrarsi meglio nell’invecchiamento in bottiglia, Montepulciano d’Abruzzo moderno e piacevole mentre il Cerasuolo, in stile provenzale, non ha raccolto la totale fiducia di tutti gli esperti coinvolti. Sul tema il confronto si è basato ovviamente sull’avvicinamento a prodotti più facilmente riconoscibili dal mercato, l’intervento in merito di Riccardo Cotarella ha chiarito il punto di partenza delle scelte fatte: “Se il gusto del consumatore varia verso un certo tipo di scelta, e il disciplinare lo consente, trovo masochistico non adeguarsi”.

Rimane forte la convinzione, comunque la si pensi sui singoli dettagli, che il progetto sia importante per l’Abruzzo, oltre che per Citra, e che ha tutte le potenzialità per diventare un grande player sul mercato dei vini di fascia media, anche per le capacità operative di una realtà commerciale di notevoli dimensioni. Altro aspetto che si può sottolineare è la scelta, corretta, di puntare su una interessante operazione di comunicazione e coinvolgimento, che sicuramente non si esaurirà con questa presentazione.

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