Comunicati | 9 Marzo 2022 | Fabio Ciarla

SEI VOLTE COLLI EUGANEI

WEBINAR “I Colli Euganei Doc verso i cru, delineazione di macrozone tra suoli e caratteristiche dei vini”

“Dividere un territorio per farne emergere il valore e la sua comprensione”. Vale la pena partire da questa frase di Marco Calaon, presidente del Consorzio Vini Colli Euganei  per capire il senso del webinar svoltosi lo scorso 7 marzo e dedicato al tema  “I Colli Euganei Doc verso i cru, delineazione di macrozone tra suoli e caratteristiche dei vini”.

Un lavoro che in realtà è un work-progress come è stato più volte sottolineato dai relatori intervenuti e che hanno voluto condividere, con un folto gruppo di addetti ai lavori collegati via piattaforma zoom, le prime ricerche effettuate sui suoli e sulle altimetrie del territorio euganeo e che hanno portato all’individuazione di sei aree vitivinicole particolarmente vocate. 

Il Presidente Calaon ha sottolineato come il lavoro presentato durante il webinar sia frutto di ricerche sulla zonazione dei suoli iniziato già diversi anni fa: “Mi sento di dire – sottolinea il presidente – che vi è la volontà di continuare un lavoro che deve farsi sempre più accurato e finalizzato all’individuazione di veri e propri cru, affinché questi diventino un valido strumento a disposizione delle aziende per far comprendere appieno le molteplici peculiarità dei Colli Euganei.  Parliamo di un territorio già piccolo, la cui divisione in sei aree ci consentirà di andare ancora più nel dettaglio. Ecco come la divisione, in questo caso, può essere un’occasione di accrescimento del valore di un’area”.

È  toccato a Fabio Piccoli, direttore responsabile Wine Meridian, evidenziare l’importanza del racconto delle diversità come strumento di comunicazione di un territorio: “La Denominazione Colli Euganei rappresenta una sorta di continente vitienologico, dove è presente una diversificazione territoriale tra le più eterogenee a livello nazionale ed è in questo contesto – sottolinea Piccoli – che va interpretato questo ulteriore impegno del Consorzio, ovvero quello di rendere sempre più intellegibile il territorio vitivinicolo euganeo, fornendo dati concreti che sono verificabili dal punto di vista tecnico e scientifico. Dopo l’abbondanza di comunicazione tutta incentrata sulle emozioni e sulle suggestioni è ormai tempo di uno storytelling più autorevole e che basi la sua riconoscibilità sulla verificabilità. Le denominazioni non devono abbandonare la comunicazione legata all’arte, alla cultura, all’ambiente, semmai devono supportarla attraverso l’affidabilità”.

Il direttore di Wine Meridian ha anche evidenziato quali sono gli attuali fattori di riconoscibilità di un territorio: autenticità, origine, sostenibilità, trasparenza e affidabilità, tutti fattori indissolubilmente legati tra loro. “La messa in pratica reale di questi  fattori – continua Piccoli – garantisce la legittimazione di una denominazione, il ruolo strategico all’interno di un mercato sempre più competitivo, la sua reputazione. In tal senso, i consorzi hanno dunque una grande responsabilità, quella di lavorare su contenuti specifici e sempre più seri”. Insomma bando all’astrazione nel racconto dei brand territoriali e aziendali per non continuare a incappare nel rischio – ancora piuttosto diffuso – di veicolare troppi stereotipi.

Fa eco all’esigenza di autorevolezza e di concretezza evidenziata da Piccoli l’intervento tecnico di Filippo Scortegagna, l’agronomo che insieme al suo omologo Filippo Giannone, sta portando avanti, assieme alla squadra di lavoro, le ricerche sulle sei macroaree dei Colli Euganei. Dopo un inquadramento delle essenziali peculiarità morfologiche dei Colli Euganei (informazioni e numeri che potrete trovare nelle slide in allegato) l’agronomo ha  sottolineato come il focus degli studi abbia riguardato in questo primo step prevalentemente la parte climatica e che le macroaree al centro delle ricerche siano state individuate e divise proprio in base a condizioni ambientali. Le sei zone individuate sono (anche qui verrà fornita una cartina di riferimento)

Area Nord: con un clima verosimilmente pedemontano – con presenza di castagneti -buon quantitativo di piogge e vegetazione rigogliosa, altezza massima intorno ai 250 metri

Area Est: insolazione nelle ore del mattino, vegetazione abbastanza rigogliosa, piovosità leggermente inferiore dell’area precedente, clima più eterogeneo in gradiente da pedemontano a clima più caldo. Altimetria massima sui 200 metri.

Area Ovest: irraggiamento fino al tramonto, temperature più calde, piovosità non eccessiva, vegetazione che si avvicina alla macchia mediterranea ma che non esclude il bosco, altezza intorno massima  270 metri.

Area Centrale: zona fortemente caratterizzata dalla presenza del Monte Venda, la cima più alta dei Colli Euganei – 601 metri  – che fa da barriera fisica alle correnti d’aria che arrivano da nord, creando una divisione netta tra il nord e il sud dell’intera zona; le temperature sono più basse, mentre abbastanza alto è l’indice pluviometrico, altezza superiore ai 270 metri

Area Sud: irraggiamento durante tutto l’arco del giorno, clima più caldo con caratteristica mediterranea, cosi come la vegetazione che presenta leccio,  ginestra e quercia. La piovosità è molto contenuta, l’altezza massima e di 270 metri

Area della Valli: per intenderci è tutta l’area che circonda le sei macrozone e nella quale possiamo riscontrare una certa omogeneità climatica.

Tra i dati più interessanti rilevati dal lavoro degli agronomi ci sono senza dubbio le ricadute sulla viticoltura in zona: “In un’area di appena 2500 ettari vitati sui 20.000 totali – spiega Scortegagna – la variante in gradi su base annua può arrivare anche a due gradi centigradi. Ne consegue che dal punto di vista botanico possiamo riscontrare la presenza dei castagni a nord e di piante di capperi al sud. Due gradi sembrano pochi, ma in realtà è una variazione che incide molto sull’ambiente. Inoltre abbiamo riscontrato che l’uva Merlot ha una variabilità fenologica sul germogliamento anche di 18 giorni tra le due parti opposte dell’area e variazioni importanti ci sono anche sulle epoche vendemmiali monitorate sulla stessa uva a partire dal 2007: si arriva a ben 26 giorni di anticipo nell’area sud” Questi e altri dati testimoniano, secondo l’agronomo, l’importanza prevalente delle determinanti climatiche su quelle pedologiche. Ecco perché sarà sempre più decisivo il monitoraggio del clima anche in piccole zone.

A chiusura del webinar, l’intervento di Nicola Frasson, collaboratore guida Vini d’Italia Gambero Rosso, che ha guidato un panel di degustazione – con ristoratori, gli stessi agronomi e comunicatori – incentrato sui vini della Doc Colli Euganei divisi per le sei macroaree di provenienza. Il panel ha basato il confronto su campioni di vasca e prevalentemente su vini rossi. Frasson si è detto soddisfatto in generale dell’esperienza e ha evidenziato alcune peculiarità: “La lettura è stata chiara in alcuni di questi territori – spiega il degustatore – in altri si è rivelata più complessa e dunque bisognosa di un approfondimento, in altri ancora  è stato complicato individuare uno stile comune. A grandi linee posso dire che nella zona nord emergono immediatamente l’aroma di frutti rossi e note vegetali e balsamiche, accompagnate da un tannino grintoso e da buona acidità. A Est prevalgono armonia ed equilibrio, il frutto è sempre in primo piano, mentre è quasi del tutto assente la nota vegetale, bene anche la sapidità. La zona ovest si caratterizza per una certa eterogeneità nella lettura, manca una peculiarità stilistica uniforme e forse la motivazione è nell’alto numero delle aziende presenti. Al centro troviamo soprattutto una viticoltura a bacca bianca, quindi le nostre verifiche sono al momento allo stato embrionale. La ristretta batteria di vini rossi assaggiati ha però manifestato una buona integrità fruttata e un sorso sapido e dinamico.

I vini prodotti nell’areale sud sono fedeli interpreti del territorio, si contraddistinguono per generosità del frutto al naso e in bocca risultano più ricchi e sostenuti da una trama tannica fitta e ben levigata. Infine la parte delle valli è stata la vera sorpresa,  con vini dai toni grintosi e ricchi di succosità”.

Lisa Chilese, responsabile della comunicazione del Consorzio Vini Colli Euganei, infine lancia una call to action: “Questo lavoro ha messo in evidenza una volta di più la ricchezza dell’areale euganeo, ne ha evidenziato le multiformi caratteristiche che connotano in modo chiaro e distinto ogni singola macro aree individuata. L’invito per chi produce e vive sui Colli Euganei è quello di prendere consapevolezza una volta di più del valore e della meraviglia di questo territorio, a chi invece ha il compito di raccontare i Colli Euganei raccomanderei di non fidarsi di ciò che abbiamo raccontato stasera, ma di raggiungere gli Euganei per constatare di persona la bellezza e il valore che ci contraddistingue!”.

Fonte: Consorzio Vini Colli Euganei

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