Collaborazioni | 14 Dicembre 2017 | Fabio Ciarla

L’indelebile impronta, e l’incredibile storia, del Giacchè di Casale Cento Corvi a Cerveteri

L’impronta è indelebile in virtù di una capacità colorante estrema, ma anche la storia che racconta lascia un segno importante. Parliamo del Giacchè di Casale Cento Corvi, un vino (essendo ormai marchio registrato) tra i più apprezzati della Tuscia e dell’intero Lazio, celebrato con un appuntamento molto curato proprio nella terra dove è nato.

Appuntamento quindi alla Necropoli della Banditaccia di Cerveteri, sito decretato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2004, per una visita guidata ad una delle bellezze più importanti del territorio, e poi degustazione verticale di Giacché dal 2005 al 2017. Sì, avete capito bene, dopo gli assaggi 2005, 2009, 2010, 2011, 2012 e 2013 (ovvero l’annata attualmente in commercio) l’azienda ha voluto mettere alla prova anche un campione da vasca del 2015 e uno quasi appena spremuto, ovvero il 2017.

 

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