Comunicati | 23 Ottobre 2025 | Fabio Ciarla
Il valore del tempo: Cavazza presenta la sua nuova Cicogna
L’azienda vicentina svela la rinnovata etichetta della sua linea d’eccellenza di rossi dei Colli Berici: un omaggio alle origini nel segno della continuità
Montebello Vicentino, ottobre 2025 – Cavazza, storica realtà vitivinicola vicentina e punto di riferimento dei Colli Berici e del Gambellara, continua il rinnovamento della sua identità visiva e presenta il restyling dell’immagine della linea Cicogna, che racchiude i grandi vini rossi dell’azienda.
“La linea Cicogna è il frutto di un progetto di viticoltura volto alla ricerca della qualità e della valorizzazione del terroir dei Colli Berici che va avanti da oltre trent’anni – spiega Stefano Cavazza, alla guida dell’azienda insieme ai cugini Andrea, Elisa e Mattia. Durante il percorso di rebranding intrapreso negli ultimi anni, abbiamo capito che volevamo dare ancora più risalto all’anima autentica e alla qualità della nostra linea premium, ma senza snaturare quel logo che negli anni è diventato un’icona di Cavazza. Ecco allora che l’immagine rinnovata riprende e valorizza i tratti originari delle prime etichette realizzate alla fine degli anni ’80, recuperandone le linee e le suggestioni in chiave moderna, diventando un ritorno alle radici capace di unire storia, territorio e visione futura.”
Il nome Cicogna affonda le sue radici nella storia dei Colli Berici e richiama l’antica casata veneziana che scelse queste colline come luogo di villeggiatura e rifugio stagionale. Nei secoli passati, infatti, i nobili veneziani erano soliti possedere dimore tra i rilievi berici, dove trascorrevano i mesi invernali per sfuggire all’umidità e all’aria stagnante della laguna. La rete di canali che collegava Venezia all’entroterra rendeva questi luoghi facilmente raggiungibili e ne accresceva il fascino, trasformandoli in un rifugio privilegiato, tanto da far nascere l’usanza dello “svernare in collina”.
Col tempo, il cognome Cicogna si è così trasformato in toponimo, dando il nome a questa zona di Alonte e lasciando tracce tuttora visibili nelle antiche mappe post-napoleoniche risalenti a oltre due secoli fa.
Nel 1987 la famiglia Cavazza, già da oltre cinquant’anni interprete autorevole della Garganega a Gambellara, decise di raccogliere l’eredità di questo luogo ricco di storia acquisendo Tenuta Cicogna. Ne intuì da subito il potenziale straordinario dato dai terreni calcarei e da un microclima capace di regalare ai vini struttura, eleganza e longevità.
Qualche anno più tardi, un artista vicentino vicino alla famiglia trasformò quella identità in segno visivo, creando i disegni che avrebbero caratterizzato le prime etichette Cicogna e che oggi ispirano il restyling. Il logo non è dunque un semplice aggiornamento grafico, ma un segno di continuità, la naturale evoluzione di un racconto che unisce memoria storica, radici territoriali e la volontà di innovare nel segno dell’eccellenza.
“Il restyling dell’etichetta porta più luce ed essenzialità alla nostra linea. L’immagine della cicogna, ingrandita e fedele all’originale, torna protagonista in omaggio alla prima versione storica e con dei colori ancora più vividi. Abbiamo scelto poi di mantenere il nome del varietale – Merlot, Cabernet Sauvignon o Syrah – per sottolineare la grande espressione che questi vitigni trovano sui Colli Berici” conclude Stefano Cavazza.
A conferma dell’attenzione dedicata alla linea Cicogna, Cavazza ha recentemente presentato un listino interamente riservato alle vecchie annate, frutto di un lungo lavoro di archiviazione iniziato con la terza generazione e oggi valorizzato dalla quarta. Una scelta inedita che sfida le consuetudini locali e che interpreta l’invecchiamento non come un limite, ma come un’opportunità per esaltare il territorio e i suoi vini. Con questa iniziativa l’azienda si posiziona tra le proposte di più alto livello, offrendo a professionisti e appassionati l’occasione di scoprire autentici gioielli enologici che risalgono fino alla fine degli anni ’80.
Cavazza
L’azienda agricola Cavazza nasce nel 1928 a Montebello Vicentino. Da allora è stato uno dei più importanti interpreti della Garganega coltivata nella zona del Gambellara Classico DOC, una piccola denominazione che sorge su un vulcano spento, di antica origine, che ancora oggi conferisce un particolare carattere ai vini che vi si producono. Negli anni ’80 la famiglia decide di puntare su un altro territorio, quello dei Colli Berici, di origine marina e adatto alla produzione di vini rossi identitari sia da uve autoctone come il Tai Rosso che internazionali come il Merlot o il Cabernet Sauvignon. Ad oggi si contano 130 ettari vitati nelle due denominazioni per una produzione di 600.000 bottiglie. L’azienda è certificata SQNPI, ed è molto focalizzata sulla preservazione della biodiversità e sull’utilizzo di risorse energetiche rinnovabili.
Fonte: Zedcomm




La Sardegna di Vinodabere: 47 aziende ed oltre 200 vini a Roma il 18 e 19 gennaio per scoprire un vero e proprio piccolo continente
L’evoluzione di una storia secolare in un bicchiere: tenuta di Arceno

Lascia un commento