Comunicati | 20 Ottobre 2025 | Fabio Ciarla
CANTINE SETTESOLI PRESENTA IL PODCAST RADICI DI VENTO
Le tre puntate del progetto, sostenuto dal dossier Agrigento Capitale italiana della cultura 2025, raccontano la storia di Anna Maria, Franco e Vincenzo e saranno disponibili su YouTube e Spotify a partire da novembre
Non solo terra. Ma persone, mani, affetti. Che si traducono in lavoro, comunità, bellezza. E, in questo caso, narrazione: perché Anna Maria ha raccolto l’eredità di famiglia e la sta passando ai suoi figli, Franco accorda e accarezza i filari così come fa con il suo contrabbasso che sotto il cielo siciliano sembra brillare; e Vincenzo è andato via ma è anche ritornato e ha trovato la terra ad aspettarlo. Storie singole che diventano narrazioni di comunità, ognuna di queste voci è fortemente radicata al territorio, ma non è mai un dovere, piuttosto un desiderio di bellezza. Anna Maria, Franco e Vincenzo sono soci viticoltori e testimoni della grande famiglia Cantine Settesoli, azienda cooperativa con sede a Menfi (Agrigento). Ognuno a suo modo riesce a trasmettere un amore incondizionato, che si sporca di terra e socchiude gli occhi per cercare il sole: sono loro i protagonisti del podcast Radici di vento. Storia di una cantina e di una comunità, progetto sostenuto da Agrigento Capitale italiana della cultura 2025. Anticipato da un trailer presentato durante la consegna del Premio Mandrarossa– altro progetto lanciato dalla ribalta di Agrigento2025, un riconoscimento alle librerie indipendenti legato alle capitali italiane della cultura, assegnato da un giuria presieduta da Aldo Cazzullo – il podcast in tre puntate è stato presentato alla Mandrarossa Winery – sede del brand on-trade di Cantine Settesoli – sabato 18 ottobre e sarà disponibile sul canale YouTube dell’azienda e su Spotify a partire da novembre.
Radici di vento, realizzato da Tokay Creative Studios con il coordinamento e lo script del board di Comunicazione di Mandrarossa, formato da Roberta Urso e Filippo Moschitta, è una narrazione sincera e corale, a tratti persino commovente, che entra e abita il territorio tramite le voci e le storie di chi ha saputo comprenderlo fino in fondo: uno scambio continuo, quello di Anna Maria, Franco, Vincenzo, a nome dei 2000 soci di Cantine Settesoli, un dialogo virtuale con generazioni di vignaioli che, di anno in anno, custodiscono e tramandano l’amore per la vigna. È una dichiarazione di appartenenza, ma anche un atto d’amore verso un territorio capace di rinnovarsi restando sempre sé stesso.
“Sono podcast che riescono a valorizzare il territorio di Menfi e trasmettere l’enorme bellezza di una zona che non è conosciutissima; ma riescono anche a far conoscere il grande lavoro che è alla base di Cantine Settesoli – dice Giuseppe Bursi, presidente di Cantine Settesoli –. È un progetto in cui crediamo molto, siamo sicuri che, quando saranno pubblicati sui canali social, avranno un successo immediato e contribuiranno alla scoperta di questa parte di Sicilia”.
“Abbiamo sposato questo progetto con slancio e convinzione – interviene il presidente di Fondazione Agrigento2025, Maria Teresa Cucinotta –. Abbiamo trovato in Cantine Settesoli un partner entusiasta che è riuscito a narrare il territorio in maniera poetica ma senza perdere di vista la sua valorizzazione, in linea quindi con il progetto di Agrigento Capitale italiana della Cultura”.
Canale YouTube: www.youtube.com/@cantinesettesoli
Cantine Settesoli è una cooperativa di 2.000 soci e produce la più ampia varietà di uve in Sicilia – 35 cultivar – su 6.000 ettari di vigneto, il 7% dell’intera superficie vitata nell’Isola; più di 1.000 ettari sono coltivati in biologico. La produzione annuale è di 20 milioni di bottiglie, l’export rappresenta il 55% del fatturato di vino imbottigliato e raggiunge più di 44 Paesi. Il 70% delle 5.000 famiglie del Distretto delle Terre Sicane, in provincia di Agrigento, è coinvolto a vario titolo nell’attività dell’azienda, coltivando vigneti e futuro per un vino dalla Sicilia verso il mondo.
La produzione abbraccia sia vitigni autoctoni come grecanico, grillo e nero d’Avola, sia vitigni internazionali quali merlot, syrah, chardonnay.
Fonte: Studio Cru




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