Blog | 24 Dicembre 2018 | Fabio Ciarla

Tenuta Colombarda, l’imbarazzo della scelta (ma l’Albana è l’Albana!) – Degustazione partecipata

Tempo stimato di lettura: 7.00

Tempo di ascolto del Podcast: 6:40

L’Albana è l’Albana, c’è poco da fare. Quando lavorata sapientemente e nel rispetto della qualità, dà vita ad uno dei vini bianchi migliori d’Italia per ricchezza, profondità e originalità. In realtà in questa Degustazione Partecipata dedicata ai vini di Tenuta Colombarda c’è stato un discreto imbarazzo nella scelta dell’etichetta sulla quale puntare i riflettori, ma in effetti le caratteristiche sfoderate da questa Albana 2017 (quindi giovanissima) hanno spostato l’asticella subito da queste parti. Ottimi anche il Sangiovese, interessantissima la Cagnina passita e molto bevibile il Pagadebit, per un viaggio di ottima fattura, sempre all’insegna della tipicità. Vini che hanno quasi sempre messo d’accordo tutto il panel, con alcune differenze comunque significative sui vini meno immediati. Altro aspetto da non sottovalutare la grande freschezza di tutte le etichette assaggiate, a ennesima testimonianza di come si possano fare vini buoni, bevibili subito ma allo stesso tempo capaci di attendere ancora qualche anno.

L’azienda

Tenuta Colombarda è un’azienda giovane, almeno a livello di vinificazione moderna, sebbene abbia una storia alle spalle di quasi 200 anni. Negli ultimi due lustri le famiglie Dionigi e Agostini, dirette discendenti del fondatore cav. Aldo Domeniconi, hanno reso moderne le strutture produttive e piantato nuovi vigneti, con un’idea precisa: rispettare il territorio e i vitigni. Nascono così i vini della tradizione di Tenuta Colombarda, quasi tutti da vitigni autoctoni lavorati in purezza e senza affinamenti invasivi, quindi solo acciaio in lavorazione e in invecchiamento, sotto lo stretto controllo dell’enologo Giuseppe Meglioli. I risultati sono arrivati, negli ultimi anni, sia dalla critica sia dai consumatori, premiando così una zona non del tutto conosciuta. Siamo ai piedi dell’Appennino, nel comune di Cesena, e alla sinistra del fiume Savio, il più lungo fiume della Romagna. Posti belli, ricchi di cose buone da mangiare e, appunto, da bere!

Il panel

Enoagricola: Fabio Ciarla

Leonardo: sommelier e Relatore Fisar

Sabrina: sommelier Fisar

Maurizio: sommelier Fisar

Daniele: sommelier Fisar

Simona: corsista Fisar (ad oggi “Sommelier”)

Paola: corsista Fisar (ad oggi “Sommelier”)

Antonella: corsista Fisar (ad oggi “Sommelier”)

I vini

ReBël Spumante Brut Rosato IGT Rubicone

Pagadebit di Romagna “Bertinoro” – Romagna Doc 2017

Colombarda – Romagna Albana Docg 2017 secco

Rosalaura – Igt Rubicone Rosato 2017

Sangiovese – Romagna Sangiovese Superiore Doc 2016

La Divina – Romagna Dop Cagnina 2017

ReBël Spumante Brut Rosato IGT Rubicone

Bel colore ramato, molto luminoso. Al naso sentori floreali e fruttati, in particolare fragoline di bosco. Al palato molto morbido, neanche l’effervescenza, comunque fine, riesce a dargli la spinta per renderlo memorabile.

Enoagricola: 84/100

Leonardo: 86

Sabrina: 87

Maurizio: 85

Daniele: 85

Simona: 83

Paola: 85

Antonella: 87

Pagadebit di Romagna “Bertinoro” – Romagna Doc 2017

Giallo paglierino, si presenta molto delicato al naso con sentori di frutta fresca, agrumi e ananas in particolare. La beva è facile, piacevole, con una buona acidità e un equilibrio notevole per un vino da bere subito e senza troppe elucubrazioni.

Enoagricola: 86/100

Leonardo: 85

Sabrina: 87

Maurizio: 87

Daniele: 87

Simona: 85

Paola: 85

Antonella: 84

Colombarda – Romagna Albana Docg 2017 secco

Vino che già dal colore, giallo dorato carico, presuppone una certa ricchezza. Sembra poco denso nel bicchiere ma poi al naso esplode in una successione di frutta tropicale e a guscio, quasi sentori di miele a tratti nonché note iodate. Al palato è di una freschezza notevole, leggermente sapido e armonico nella sua complessità, pronto ma credo con ampi margini di affinamento.

Enoagricola: 95/100

Leonardo: 93

Sabrina: 93

Maurizio: 91

Daniele: 90

Simona: 89

Paola: 90

Antonella: 95

Rosalaura – Igt Rubicone Rosato 2017

Color cerasuolo, al naso è delicato ma elegante. In bocca è rotondo e fresco, ha un approccio facile ed è sicuramente pronto, con un leggero tannino a rendere il tutto più interessante.

Enoagricola: 84/100

Leonardo: 85

Sabrina: 84

Maurizio: 80

Daniele: 85

Simona: 86

Paola: 80

Antonella: 80

Sangiovese – Romagna Sangiovese Superiore Doc 2016

Bel rosso rubino nel bicchiere, al naso è ricco di sentori tipici del Sangiovese con una predisposizione verso la frutta rossa come ciliegia e frutti di bosco per poi virare sulla speziatura. Al palato la freschezza e la sapidità sono notevoli, così come il tannino che si evidenzia più per la giovinezza spigolosa che per la quantità in senso assoluto

Enoagricola: 87/100

Leonardo: 88

Sabrina: 90

Maurizio: 88

Daniele: 89

Simona: 87

Paola: 90

Antonella: 84

La Divina – Romagna Dop Cagnina 2017

Ciliegia e visciola sotto spirito segnano l’attacco di un vino molto particolare, che evita di andare su note marmellatose anche al naso nonostante la ricchezza zuccherina. L’ottimo corpo è sorretto anche da una buonissima acidità, da apprezzare anche il “ritorno” in retrolfattiva di un vino ben fatto ed equilibrato.

Enoagricola: 94/100

Leonardo: 89

Sabrina: 92

Maurizio: 91

Daniele: 90

Simona: 92

Paola: 90

Antonella: 90

Conclusioni

La scelta di rispettare vitigno e territorio paga, almeno se ci si riferisce ad un pubblico moderatamente preparato. Che poi a dirla tutta forse più che lo studio è la curiosità, in questi casi, a spingere di più verso la conoscenza e l’assaggio di realtà nuove. In questa Degustazione Partecipata molto era l’interesse generato dai vitigni impiegati, oltre ovviamente al sistema produttivo incentrato sul minor intervento possibile da parte dell’uomo. Conferme sui grandi vini, per i quali dal più esperto all’ultimo assaggiatore (in termini di tempo) i giudizi sono alti o altissimi. Diversa invece la situazione per quelle etichette un po’ al limite, senza forse un’identità precisa, che vengono apprezzate meno dai consumatori nonostante la sostanziale equiparabilità dei due filoni. Bella azienda insomma la Tenuta Colombarda.

Le altre Degustazioni Partecipate

Guidi 1929, il Chianti che ruggisce – Degustazione Partecipata

Francesco Rosso, l’oro delle Langhe e del Roero – Degustazione partecipata

Una risposta a “Tenuta Colombarda, l’imbarazzo della scelta (ma l’Albana è l’Albana!) – Degustazione partecipata”

  1. […] Tenuta Colombarda, l’imbarazzo della scelta (ma l’Albana è l’Albana!) – Degustazione partec… […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *