Blog | 31 Dicembre 2018 | Fabio Ciarla

Enoagricola e i (quasi) 30 vini del 2018. Un paio di “doppiette” e un’ode ai vini dolci!

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Lo so, ogni anno aumenta il numero di vini “selezionati” come migliori bevute dei 12 mesi precedenti, ma il problema è che ci sono davvero tantissime buone cose là fuori. A volte si tratta solo di avere la fortuna di incappare nella bottiglia giusta al momento giusto, altre invece dipende dalla laicità di porsi in modo aperto verso vini considerati minori, infine bisogna – credo – anche sapersi confrontare con alcuni mostri sacri senza troppi timori reverenziali. Ci sono poi delle “doppiette”, due vini di un’azienda o lo steso vino selezionato lo scorso anno e bevuto con gli stessi risultati nel 2018, due Barolo ma anche due Albana! Ovviamente è una classifica del tutto personale, divisa quest’anno solo per categorie (spumanti, bianchi, rosati, rossi e… vini dolci) proprio per premiare una specialità – quella dei vini dolci appunto – che in Italia ha delle eccellenze incontrastate le quali tuttavia non sposano il successo commerciale. A completamento della scheda ho inserito anche il mio consiglio finale tra Bere o Tenere che chi mi segue su Vivino conosce bene. Ancora una volta la presenza a Collisioni in quel di Barolo ha facilitato, e inflazionato forse, il lavoro di compilazione di questa speciale classifica, così come gli assaggi di Opera Wine a Verona, ma molti altri arrivano dalle esperienze più diverse, dai corsi per sommelier e le degustazioni della Fisar alle bottiglie portate dagli amici, dai vini offerti dai fratelli enologi fino a quelli inviati dalle aziende che hanno creduto in Enoagricola per l’esperienza delle Degustazioni Partecipate (che riprenderanno a brevissimo). Insomma c’è davvero di tutto, dai vini sotto ai 10 euro a quelli abbondantemente sopra i 100, perciò buona lettura e… buone bevute nel 2019!

VINI SPUMANTI

Metodo Classico VSQ Extra-Brut Kaskal – Rivetto

bty

Ben 77 mesi sui lieviti, sarà forse per il collegamento con il millesimo (77 è quello del sottoscritto) ma questo spumante mi ha davvero colpito. Sentori di lieviti al naso, come è ovvio, ma splendida beva, fresca e allegra come il produttore e ottimo esempio di quello che può uscire dall’Associazione di Produttori “Nebbione”
Bere o tenere: bere

Lazio Spumante Brut Igt “Issa” Millesimato 2017 – Sant’Eufemia

Un’altra bella espressione del Bellone laziale in versione spumante, questo metodo Martinotti-Charmat vanta un’effervescenza fine e persistente, mentre al naso emergono sentori freschi e agrumati completati da acidità netta e intensa sapidità.
Bere o tenere: bere

Cuvée Prestige Brut Champagne 2008 – A. Bergère

Champagne di gran pregio, elegante. Il perlage è fine e già al naso si presenta equilibrato ma ricco, al palato riesce a essere cremoso e fresco, piacevole da bere ma anche complesso come si addice ad un vino che ha sostato a lungo sui lieviti.
Bere o tenere: bere

Millesimato Método Classico Brut Trento Doc 2013 – Altemasi

dav

Buono davvero, nonostante i 60 mesi sui lieviti rimane fresco ma raggiunge una bella complessità al naso e in bocca. Perlage fine, beva piacevole, lunghezza e finezza, soprattutto a un prezzo ottimo!
Bere o tenere: bere

VINI BIANCHI

Alsace Grand Cru Riesling Wineck–Schlossberg 2008 – Meyer-Fonné

Il perfetto esempio di evoluzione di questo grande vitigno bianco. Evoluzione in senso positivo ovviamente, con sentori terziari spiccati, i famosi “idrocarburi” così affascinanti, e beva ricca, molto morbida ma non stancante.
Bere o tenere: bere

Romagna Albana Secco Docg 2017 – Tenuta Colombarda


Splendido esempio di Albana, la ricchezza olfattiva precipita al palato in un concentrato di calore e viscosità. Un vino bianco di struttura, importante, che darà ancora molto bei prossimi anni…
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Moscato di Terracina Doc  “Hum” 2013 – Cantina Sant’Andrea

Prima doppietta, l’Hum 2013 era infatti presente già nella classifica 2017 ma – assaggiandolo anche nel 2018 e trovandolo ancora sontuoso, ho pensato di inserirlo nuovamente. Un vino giallo oro, concentrato già al naso con sentori di frutta e di erbe mediterranee. Al palato la ricchezza e il corpo non sono da meno e mostrano la complessità di un vigneto eroico (iscritto al Cervim infatti).
Bere o tenere: tenere

Verdicchio Dei Castelli Di Jesi Riserva Classico Doc “Vigna Novali” 2011 – Moncaro

Seconda doppietta, in realtà nella classifica 2017 c’era l’annata 1994, un vino estremo rispetto a questo 2011 che pure farebbe storcere il naso a molti (un bianco italiano di 7 anni non si vede spesso, purtroppo). In realtà è un Verdicchio che esprime al meglio concentrazione e longevità, è ancora fresco e sapido ma con un corpo notevole. I profumi hanno superato la frutta fresca ma rimangono leggeri e suadenti.
Bere o tenere: tenere

Blanc de Morgex et de la Salle Valle d’Aosta Doc 2016 – Pavese Ermes

mde

Nonostante abbia più di un anno è ancora dominato dalla spiccata acidità, proprio come piace a me. Naso ricco di frutta, agrumi, note quasi citrine e poi in bocca quella sferzata gelida che rimanda ai freddi della Valle d’Aosta. Può non piacere ma se piace, piace tantissimo.
Bere o tenere: bere

Albana di Romagna Secco Docg “Frangipane” 2017 – Tenuta La Viola

dav

Altra doppietta, questa volta per un vitigno che sta risalendo, per fortuna, la china. Questa Albana è fresca al naso con sentori di frutta gialla e fiori di campo mentre in bocca esplode la componente tannica, una forza e una struttura notevoli.
Bere o tenere: tenere

Sanct Valentin Alto Adige Doc Sauvignon 2016 – St. Michael-Eppan

dav

Buono, davvero buono. Sauvignon che unisce sentori tropicali a note vegetali, al palato è fresco ma rotondo e molto lungo, da bere e ribere.
Bere o tenere: bere

VINI ROSATI

Vino Rosato “Recepit” Guarnaccino 2016 – 600 Grotte

dav

Bel rosato, ricco al naso e molto interessante al palato. Del 2016 ma perfetto (qualcuno dice che i rosati non invecchiano), una scoperta questa uva Guarnaccino che sa dare freschezza ma anche profondità ad un rosato piacevole e ben fatto.
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VINI ROSSI

Barolo del comune di La Morra Docg 2014 – Brandini

bty

Impatto di cipria, poi spezie e frutti neri, molto elegante. Al palato bell’ingresso, tannini perfetti, bel finale in barba all’annata difficile.
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Brunello di Montalcino Docg 2011 – Col d’Orcia

dav

Bevuto da magnum, davvero un bel Brunello, che sfrutta l’eleganza piuttosto che la potenza. L’acidità è ancora netta e viva, il corpo snello e il naso profondo e complesso.
Bere o tenere: bere

Grignolino del Monferrato Casalese Doc “Arbian” 2017 – Paolo Angelini

bty

Colore granato scuro, naso erbaceo e di piccoli frutti rossi, al palato è netto, tannini morbidi ma ben presenti, sembra esile ma è molto persistente e si può trovare a meno di 10 euro!
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Colli Toscana Centrale Igt “Flaccianello della Pieve” 2009 – Fontodi

dav

Un sangiovese toscano di grande spessore, naso ricco di fiori leggeri e sentori minerali. Al palato beva ricca, prolungata e ritmata, un bel rosso di struttura ma non pesante.
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Barolo Bussia Docg Riserva 2010 – Franco Conterno

bmd

Bel naso, austero, con sentori evidenti di boisé che si interfacciano con quelli speziati. Al palato è rotondo ma con tannini ancora giovani, buon equilibrio e perfetta persistenza. Un ottimo Barolo classico.
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Campogiovanni Brunello di Montalcino Docg Riserva “Il Quercione” 2010 – San Felice

bty

Annata didattica, perfetta, molto buono, naso elegante e austero, spezie e boisé poi balsamico. In bocca è lineare, potente ma fresco, tannini sicuri, persistente
Bere o tenere: tenere

Malanotte del Piave Docg “Notti di Luna Piena” 2009 – Ca’ di Rajo

bty

Da uve Raboso, si presenta rubino tendente al granato, con sentori erbacei e di rabarbaro. Al palato fresco e con grandi tannini, piacevole ma gastronomico una volta era considerato l’oro di Venezia, subisce una lavorazione molto complessa con il 30% delle uve che rimangono 70/80 giorni in fruttaio mentre il restante 70% surmatura in pianta, il tutto per bilanciare l’altissima acidità, e poi affina in legno piccolo e grande.
Bere o tenere: bere

Igt Toscana Sangiovese “Ruggente” 2017 – Guidi 1929

Il Ruggente si presenta con un bel naso, vivo e fresco, un frutto interessante e vario che dopo alcuni minuti evidenzia anche una leggera speziatura. In bocca emerge un po’ il legno ma i tannini sono eleganti e la beva davvero piacevole, una concreta originalità
Bere o tenere: bere

Colli Berici Doc Tai Rosso “Thovara” 2007 – Piovene Porto Godi

dav

Bevuto a cena, giustamente refrigerato, si presenta come un grande vino rosso, ricco di sentori fruttati maturi, piccoli frutti neri e terziari per un naso davvero coinvolgente. Non meno intensa è la beva, con profondità e persistenza, unite alla consueta acidità.
Bere o tenere: bere

Rouge (Estate Reserve) 2003 – Morgenster Estate

dav

Uvaggio bordolese classico per questo grande vino del Sudafrica, ha 15 anni ma assolutamente non li dimostra grazie al frutto pieno e ricco, unito a sentori speziati e piacevoli. Al palato è lungo e di facile beva nonostante la complessità.
Bere o tenere: bere o tenere

Vino Nobile di Montepulciano Docg Riserva 1989 – Carpineto

Fantastico. Al naso radice di liquirizia insieme a sentori speziati, poi anche tabacco e concentrato di pomodoro, varietà ed eleganza insieme. In bocca comincia ad essere meno espressivo ma gran vino.
Bere o tenere: bere

Fattoria dei Barbi

La doppietta questa volta è per due vini della stessa azienda, il Brusco dei Barbi Igt Toscana Rosso 2016 e il Brunello di Montalcino Docg “Vigna del Fiore” Etichetta Bianca 2013. Il primo rappresenta il vino “come si beveva a Montalcino”, quindi giovane ma lavorato per sembrare già maturo, mentre il secondo è un Brunello di razza, con sentori spiccati di cipria. Il passato, il presente e il futuro di Montalcino in due vini.
Bere o tenere: bere il Brusco dei Barbi e tenere il Vigna del Fiore

VINI DOLCI

Gambellara Doc Classico Vin Santo 2003 – Dal Maso

dav

Buono, buonissimo, per certi versi eccessivo (400 mg/l di zuccheri) ma ricco sotto ogni punto di vista. Al naso tanti sentori, cotognata su tutti, in bocca acidità sufficiente ad equilibrare gli zuccheri. Davvero da provare se vi capita.
Bere o tenere: tenere

Igt Lazio Rosso “Rosathea” 1994 – Castel de Paolis

Incredibile equilibrio per questo Moscato rosa passito dei Castelli Romani. Dopo oltre 20 anni è ancora integro, solo più affilato in bocca ma al naso ricco di sentori piacevoli che vanno dal caffè alla confettura di prugne. Sapidità è acidità spiccate, tenuta ottima.
Bere o tenere: bere

Langhe Doc Arneis Passito 2015 – Francesco Rosso

bmd

Tanta dolcezza ma anche tanta sapidità che, insieme alla spina acida, rende il vino equilibrato al palato. Al naso miele, fiori gialli e accenni di zucchero filato. Tanta persistenza e buona piacevolezza.
Bere o tenere: tenere

Tokaji 4 Puttonyos Aszú 2000 – Monyok Pinceszet

dav

Concentrazione e ricchezza per questo Tokaji Aszù che ha 18 anni ma non li dimostra affatto. Naso pieno di frutta secca e composti complessi, al palato oltre alla nota dolce si sente l’acidità. Grande persistenza sia al naso sia in bocca.
Bere o tenere: tenere (una sfida alla logica)

Lazio Igp Passito “Apricor” 2013 – Donato Giangirolami

dav

Molto buono, un passito di spessore dal Lazio finalmente. Malvasia rispettata nella ricchezza di aromi e nella spinta acida, che mantiene vivo e bevibile un vino dolce dal colore ambrato ma luminoso.
Bere o tenere: tenere

Credit: foto di Luciano Sciurba (grazie Luciano!)

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