Comunicati | 24 Febbraio 2018 | Fabio Ciarla

La ristorazione come motore dell’economia. In Italia entro il 2020 servono più di 92mila nuovi addetti

Martino Ruggieri, candidato italiano al Bocuse d’Or Europa: la cucina non si improvvisa, servono formazione e dedizione

La ristorazione sta crescendo in termini di quantità e di qualità. Dal 2009 al 2016 sono stati registrati +96mila addetti e di questi il 72% sono under 40. Un dato che fa riflettere su quanto il settore della ristorazione sia sempre più ambito dalle giovani generazioni.

In questo contesto, fotografato dall’ultima indagine Fipe Confcomercio 2017, si è inserito EGO, eno gastro orbite, il primo festival della formazione nei settori della cucina e dell’accoglienza, celebrato a Lecce pochi giorni fa. Chef stellati, uomini di sala provenienti da realtà baciate dalla Michelin, giornalisti e critici gastronomici, si sono confrontati sul bisogno di una sempre maggiore professionalizzazione in un segmento che da solo registra un fabbisogno lavorativo in costante crescita e legato a doppia mandata all’appeal turistico del Bel Paese. «Ripeteremo sicuramente questo format vincente – ha assicurato Silvio Busico, direttore generale di Programma Sviluppo promotore dell’evento – e continueremo a monitorare il bisogno del mercato lavorando sulla formazione di figure professionali che siano sempre più in linea con quello che il mondo del lavoro richiede».

Dal rapporto analitico del Sistema Informativo Excelsior “Previsione dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine” si rileva che nella media del periodo 2016-2020, il fabbisogno lavorativo è stimato attorno a 515.500 unità annue e la distribuzione di questo valore per grande gruppo di professioni e per settore segna un’ottima prevalenza delle professioni tipiche dei servizi di alloggio e ristorazione. Nello specifico, per la classe professionale “Esercenti e addetti nelle attività ristorative” per il periodo entro il 2020? servono 92.700 nuovi addetti.

«Ma il lavoro in cucina e in sala non si può improvvisare». Questo il messaggio di Martino Ruggieri, ospite d’eccezione di EGO a Lecce, giovane chef di origini pugliesi ora head chef del 3 stelle Michelin Ledoyen Pavillon a Parigi, che è il candidato italiano alla finale europea al Bocuse d’Or. «La cucina è qualcosa di molto duro, ha dichiarato lo chef Ruggieri – non si improvvisa, è un lavoro che richiede passione, intelligenza, tantissimo lavoro e dedizione».

A giugno Torino sarà protagonista del Bocuse d’Or Europa, le olimpiadi della cucina, e da 20 paesi arriveranno in Italia le delegazioni dei finalisti che contenderanno l’ingresso alla finale mondiale. L’Italia si sta preparando ad accompagnare il suo candidato, ha spiegato Luciano Tona, direttore di Accademia Bocuse d’Or Italia, con un team formato da giornalisti, designer, architetti, proprio per testimoniare che la grande cucina non può prescindere dalle grandi professionalità.

 

Fonte: Monica Caradonna Press Officer

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *