Blog | 9 Luglio 2015 | Fabio Ciarla

Cantine Paradiso, nomi e numeri di una storia vinicola di famiglia

I nomi: Angelo Primo, Capotesta, Terraferma, Nero di sé. I numeri: 03, 33, 73, 03. Tranquilli, non sono codici cifrati per conversazioni militari, anche se forse la guerra c’entra anche in questa storia, ma i nomi dei vini più importanti e le date di nascita delle quattro generazioni di viticoltori dell’azienda Cantine Paradiso. Il “primo” fu Angelo, nato nel 1903 appunto, poi vennero i quattro figli a cominciare dal 1933, poi i nipoti nel 1973 e infine i pronipoti nel 2003. La storia di questa splendida realtà con sede a Cerignola (Foggia) riporta indietro nel tempo, precisamente al 1950 quando Angelo si mise al lavoro tra le macerie materiali e umane della seconda guerra mondiale per realizzare il suo sogno di produrre vino. Un atteggiamento che ricorda la storia di un altro grande produttore pugliese, Leone De Castris, che proprio dalla presenza delle truppe alleate prese spunto per imbottigliare uno dei più famosi rosati d’Italia.

Per le Cantine Paradiso sono i grandi rossi le vere scommesse arrivate sul mercato con la linea top dell’azienda, contraddistinta da nomi evocativi e azzeccati anche a livello di comunicazione. Parliamo dei già ricordati Angelo Primo (Uva, o Nero, di Troia), Capotesta (Primitivo), Terraferma (60% Uva di Troia, 40% Primitivo) e Nero di sé (Uva di Troia spumante rosé, solo nelle annate migliori). La famiglia Paradiso firma poi anche la linea Posta Piana (Primitivo, Uva di Troia, Negroamaro, Salice Salentino, Uva di Troia Rosato, Bombino) e la linea Podere Belmantello con i vini Darione (Primitivo), Secondopasso (Uva di Troia), Furfane (Negroamaro), Salàpia (Bombino) e Versure (Fiano). Quasi settanta anni di vino alle spalle, rispetto delle tradizioni e delle consegne lasciate da chi ha preceduto, come per la pergola pugliese ancora molto presente e utile (altrimenti perché si sarebbe sviluppata in passato) al fine di proteggere i grappoli in maturazione dalle elevatissime temperature estive. L’agro di Cerignola infatti sconta un clima mite, con buona presenza di piogge in inverno e molto caldo in estate. La zona è quasi al centro del Tavoliere delle Puglie, una distesa di origine alluvionale, dalla quale affiorano terreni ricchi di scheletro che tendono al sabbioso quanto più ci si avvicina alla costa.

Un insieme di condizioni che, se da una parte sono famose per la produzione di olive e olio, dall’altra sembrano poter dare anche ottimi vini, come nella grande tradizione mediterranea che vede da sempre queste due coltivazioni eccellere più o meno nelle stesse regioni. I rossi delle Cantine Paradiso sono un concentrato di colori e profumi, con qualche punta di ruvidità che si ammorbidirà con il tempo, ma dimostrano comunque tutti un grande carattere e la longevità propria delle grandi etichette. Ne abbiamo assaggiati tre in sequenza, tutti prodotti con vitigni autoctoni, e siamo rimasti colpiti dalle modalità espressive di ognuno. In particolare l’Uva (o “Nero” a causa della sua intensità colorante) di Troia ha trasmesso una sensazione di freschezza davvero originale per le terre del sud. Una giovinezza insita nei suoi colori così come nella sua astringenza, da dosare con sapienza, che promette davvero bene per il futuro. Insomma un’azienda, e dei vini, da tenere assolutamente d’occhio anche per il buon rapporto qualità/prezzo.

 

Angelo Primo – Uva di Troia Puglia IGT 2010

Il colore intenso dell’Uva di Troia si ritrova ovviamente anche in questo vino, che nonostante i cinque anni mostra ancora riflessi violacei nel rubino intenso e integro che contraddistingue il bicchiere. AL naso i frutti rossi fanno da apertura per un bouquet che si apre mano a mano che il vino si riposa. Emerge quindi, in mezzo ad un legno leggerissimo, il tabacco che diventa da pipa a bicchiere vuoto. L’astringenza è forte, parliamo probabilmente di un vino che merita e deve aspettare ancora qualche anno per dare il meglio, le caratteristiche ci sono tutte e berlo così ne riduce la complessità.

In una parola: GIOVANE

Prezzo suggerito in enoteca: 19 euro

Voto: 7/10

 

Terraferma – Puglia Rosso IGT 2010

Il blend di Uva di Troia (60%) e Primitivo (40%) do vita ad un vino di un rubino intenso e addirittura impenetrabile, la frutta rossa al naso emerge contro su un lieve terziario fatto di poca vaniglia. L’entrata in bocca è morbida, poi prosegue abbastanza dritto unendo con grande delicatezza la corposità del Primitivo e la freschezza dell’Uva di Troia. Si tratta insomma di un prodotto che i puristi potranno rinnegare in quanto una sorta di compromesso, in realtà sembra davvero dare spazi a entrambe le anime di questa azienda.

In una parola: IMPENETRABILE

Prezzo suggerito in enoteca: 18 euro

Voto: 7,5/10

 

Capotesta – Primitivo Puglia IGT 2010

Vino importante, robusto, corposo e sicuramente da grandi occasioni. L’entrata morbida è evidente anche in questo caso, come nel Terraferma, e insieme al calore del grado alcolico (14,5) rischia di squilibrare un prodotto che invece rimane piuttosto gradevole. Al naso la frutta rossa matura vira verso i profumi della confettura, le barrique sono evidentemente di terzo o quarto passaggio perché nonostante i 12 mesi di affinamento non rilasciano troppi sentori di vaniglia e così il vino può esprimersi nella sua completezza, arrivando a dare qualche accenno di liquirizia. Anche in questo caso, forse per l’annata, i cinque anni dalla vendemmia sembrano il minimo per rendere questo vino piacevole. Diciamo che comunque siamo al “pronto” piuttosto che alla necessità di maturare ancora…

In una parola: INTENSO

Prezzo suggerito in enoteca: 20 euro

Voto: 7,5/10

 

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